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RESULTSADV:it allo IAB 2016ResultsADV: il futuro della pubblicità dipende dall’attenzione al cliente e dall’integrazione tra creatività, dati e media

Intervista a Francesco D’alessandro, fondatore e ceo della web agency torinese,specializzata nella creazione di campagne online, che si appresta a chiudere l’anno con un +47%. Insieme a lui, abbiamo tracciato una panoramica dei trend più imminenti del settore che vedranno un potenziamento del Programmatic verso tutti i canali media e l’utilizzo sempre più integrato dei Big Data. Parola d’ordine: innovarsi


Sono tre le principali keyword che caratterizzano i valori e i servizi della web agency ResultsADV: lead, personalizzazione, consulenza. La company, specializzata nel campo dell’editoria online, progetta campagne web su misura per le aziende e propone un marketing-mix tangettizzato che permette di declinare la comunicazione sul web in tutte le sue forme, con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, con formati pubblicitari innovativi e tramite una vasta gamma di soluzioni di marketing efficienti. Tra le altre atteività si occupa, infatti di branding online, opt-in email, generazione di anagrafiche, soluzioni di acquisizione e fidelizzazione dei clienti, SMS advertising, lead generation, programmatic e molto altro ancora. Come concessionaria pubblicitaria, inoltre, gestisce un network di siti in costante crescita, che raccoglie milioni di utenti altamente profilati. Il motto di Francesco D’alessandro, ceo e founder è: “Cerchiamo Clienti per nostri Clienti, generando un prodotto di alta qualità, certificato e testato ma, soprattutto, personalizzato in base alle loro esigenze”. Nell intervista esclusiva per Netforum, gli abbiamo chiesto di fare una panoramica più dettagliata della sua azienda e di offrirci il suo punto di vista da esperto su alcune delle più importanti e attuali tematiche del settore.

Che cosa può dirci sull’andamento dei primi nove mesi dell’anno e quali sono le proiezioni sulla chiusura del 2016?


Un trend assolutamente positivi, in crescita e una proiezione di chiusura a fine anno con un +47%. Abbiamo, inoltre due nuove risorse nuove in organico: una come trafficker e l’altra nell’area social e tanti importanti clienti acquisiti. Ci siamo anche spostati in un nuovo Ufficio a Torino molto più largo e spazioso oltre che sede diplomatica e di FeditalImprese. Ricordo, infatti, che sono imprenditore e business angel, oltre a ricoprire delle cariche Diplomatiche ed essere Segretario Regionale di FeditalImprese, cosa che rappresenta una grande spinta per catturare l’attenzione di nuovi clienti.

Qual è il vostro approccio al programmatic, come lavorate in questo segmento?

Lavoriamo con una piattaforma di proprietà sviluppata negli anni e amministrata da uno staff interno molto preparato e qualificato che punta alla massima ottimizzazione di tutte le campagne. E’ un ambito sul quale puntiamo molto.
Il mercato è in crescita e i risultati sono di sicuro interesse. In Europa ( dove l’anno scorso sono stati spesi oltre 2 miliardi di dollari in programmatic) l’Italia sta recuperando il gap di partenza rispetto agli altri mercati principali ( UK, Francia, Germania) dove la quota di Pragrammatic rispetto alla Display è già estremamente significativa. Nel nostro Paese, secondo l’Osservatorio congiunto IAB – Politecnico di Milano, il Programmatic ha raggiunto i 110 milioni nel 2014 e le ultime stime indicano un’ulteriore crescita che ammonta al 113% nel 2015/2016cattestata a circa 234 milioni di euro. Il futuro della pubblicità dipende dall’incrocio tra creatività, dati e media, ecco perché puntiamo molto integrazione fra prodotti e piattaforme soprattutto nell’ottica di un utilizzo concreto dei big data per garantire la migliore profilazione possibile.

Nell’ultimo periodo stiamo assistendo al fiorire del native advertising, spesso a discapito di tecniche di comunicazione più tradizionali come il display. Quale considerazione avete della pubblicità nativa?

Il Native Advertising è una forma pubblicitaria contestuale che integra contenuti editoriali e annunci pubblicitari all’interno del contesto editoriale dove essi vengono posizionati, con una indicazione chiara dell’inserzionista che sponsorizza il contenuto pubblicitario. Stando a questa definizione, risulta evidente che il Native Advertising non può essere considerato una forma del tutto nuova di fare pubblicità. L’elemento di novità è dato dal contesto digitale che consente a questo particolare tipo di strategia di sfruttare tutta la sua potenzialità comunicativa, in modi diversi. Questa forma pubblicitaria è definita nativa perché è integrata al contesto nel quale è inserita, presentandosi come una continuazione anziché come una rottura, sia da un punto di vista visivo e di design, sia tematico. In questo modo, il pubblico è indotto a prestare attenzione all’annuncio in modo spontaneo e naturale grazie al suo aspetto più simile ad un contenuto che a un’inserzione. Il Native Advertising, quindi, è una modalità di fare digital marketing vincente. Le statistiche riportate su Memeburn.com ci dicono, infatti, che queste inserzioni sarebero guardate il 52% in più degli utenti, rispetto al display adv tradizionale.
Gli advertorial online si possono presentare sottoforma di speciali inserzioni – l’evoluzione del banner – che hanno la caratteristica di confondersi, per tematiche trattate e per design, con il sito web nel quale compaiono. Sicuramente è una forma non innovativa almeno se guardiamo all’offline ma di sicura efficacia verso un pubblico finale sempre più attento ed esigente. Il concetto vero è che noi operatori del settore dobbiamo generare lead profilati e qualificati con alto tasso di conversione e per farlo dobbiamo essere attenti a tutte le modalità di fruizione del spazi e dei contenuti da parte di questo pubblico. Innovarsi è la parola d’ordine!

Qual è il marketing mix ideale che si può mettere in campo per le attività di lead generation?

Dipende dal settore in cui opera il cliente, dalla concorrenza e dal target. Di sicuro, in tutte le attività di lead generation trovano spazio le DEM e il SEM. Per il settore della formazione, invece, funziona molto l’attività di Social Media Marketing. Per L’area Finanze e Automotive di sicuro il Native. Gli sms sono utilizzati più per indurre all’azione immediata come la richiesta di info o per attirare l’attenzione verso piccole attività commerciali, meglio se corredati di un codice sconto. Il retargeting, infine, è molto trasversale e funziona bene se il sito ha un buon traffico. Non dimentichiamo mai tuttavia le attività “classiche” di Uffico Stampa, Concorsi on/off line e di Eventi o Team-Event.

Ormai da parecchio tempo si profetizza la morte dell’e-mail marketing. Eppure, al contrario, il settore appare sempre forte e addirittura in continua espansione. Perché, secondo lei, continua a essere uno dei principali strumenti di comunicazione? E quali sono, inoltre, i miglioramentie di cui avrebbe bisogno per continuare a esercitare questo ruolo importante?

Si è vero, sono almeno 12 anni che sentiamo profetizzare queste cose. In effetti, rimarrà ancora a lungo credo e ma solo se noi operatori saremo davvero capaci di investire in tecnologia per la profilazione e per il controllo dei risultati, unitamente alla policy di non disturbo. Tutte le altre forme di pubblicità puntano molto, forse troppo, sull’immediatezza del contatto e sull’emozione creata in quel momento ma non tengono conto delle circostante contingenti dell’utente che magari in quel momento, pur volendo, non può interagire. L’email, anche se non si ha il tempo di leggerla in quel preciso momento, si può riprendere con calma in un momento successivo.
Si tratta di una forma molto personale di comunicazione ma meno invasiva e “diluita nel tempo dell’utente” che ha un costo relativamente basso ed un elevato grado di profilazione. Più facile e gestibile anche per noi operatori. Contro, ad esempio, l’SMS che risulta, invece, più invasivo per l’utente e più costoso per noi.

Quali sono le richieste che ricevete più spesso da parte dei vostri clienti?
E quali sono, invece le cose di cui avrebbero maggiormente bisogno?


La richiesta credo sia la stessa per tutti gli operatori: ottenere lead qualificati e profilati a basso costo e con un alto grado convertibilità. Quello che cerchiamo di far capire al Cliente è che non esiste una politica unica o una responsabilità unica da parte del media ma tutti i progetti devono essere inseriti nell’ambito di un contesto e di una strategia di marketing studiati a tavolino. I lead prodotti devono essere trattati in un certo modo ed in un certo tempo. Fondamentale l’utilizzo di un buon CRM, l’ alta formazione degli operatori di monitoraggio del sentiment del mercato anche attraverso i social e le risposte alle vari iniziative.

Quali sono i trend del settore previsti per il nuovo anno? E quali i progetti futuri che attendono ResultsAdv?

Beh, dopo anni di crisi, i trend sembrano finalmente di nuovo positivi. I trend generali punteranno di sicuro verso un potenziamento del Programmatic verso tutti i canali media compresi cartellonistica, tv e radio e un massiccio utilizzo dei Big Data. Tanti i nuovi progetti per ResultsAdv. Le parole d’ordine sono cinque: Media, Network, Startup, Internazionalizzazione e Big Data. Ci stiamo dando molto da fare soprattutto nell’internazionalizzazione e in attività in favore delle startup, senza mai perdere di vista le necessità di ottimizzazione e miglioramento di quanto già esiste. Stiamo, inoltre, allargando il nostro organico per la scelta del quale puntiamo moltissimo sulla preparazione sia a livello tecnico/professionale sia a livello motivazionale/emozionale.